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Lavorare come freelance: 3 consigli sulla mia esperienza

Lavorare come freelance non è per tutti, perché non tutti hanno ben compreso cosa ci sia dietro e dentro una vita da freelance.

Tanto per cominciare non è solo libertà, anzi potrei dire che la libertà è condizionata dalla tua capacità di gestire al meglio il tuo tempo. In secondo luogo per superare l’incertezza e non entrare in ansia, devi avere la giusta forma mentale. Infine, trovare i clienti è possibile se sai come cercarli.

Ecco 3 consigli specifici che possono aiutarti a lavorare come freelance.

Come fare per diventare freelance

Diventare freelance è come salire sulle montagne russe. Meglio saperlo. Allora il primo passo da compiere è capire bene in cosa consiste il lavoro da freelance e cosa ti aspetta.

Il freelance è il lavoratore autonomo con partita iva e senza dipendenti. Ecco perché, avrai spesso sentito dire, diventi imprenditrice o imprenditore di te stesso. Tue sono le fatiche, le gioie e le responsabilità.

#1: lavorare come freelance significa far fruttare le tue competenze

Il primo consiglio è: prima di partire, fai mente locale sulle tue competenze, sulle risorse di cui disponi e in che campo potrai muoverti per creare la tua nicchia e dimostrare di saperci fare. Quando ho fatto questo passo ero consapevole di avere alle mie spalle un’esperienza significativa nelle media relations, ma dovevo ancora provarlo a me stessa.

Lavorare come freelance non è come avere dietro le spalle una struttura che ti apre le porte, devi imparare a contare sulle tue forze.

Avevo ricoperto l’incarico di addetta stampa per ben 16 anni e il sistema editoriale mi era ben noto: sapevo scrivere un comunicato stampa, conoscevo un certo numero di giornalisti nelle redazioni, diversi freelance, avevo creato nel tempo delle mailing list efficaci in diversi settori e sapevo a chi rivolgermi, in che orari e con quali tempi alle diverse testate.

Anche con queste premesse, dovevo rendermi conto di quali contatti potevo disporre per soddisfare le esigenze dei clienti e giocarmi tutte le carte a disposizione per avere i primi risultati da mostrare.

#2: se vuoi lavorare come freelance devi avere qualcuno con cui confrontarti

Il secondo consiglio è: confrontati con più freelance.

Una volta che sai di avere un bagaglio di esperienze e di contatti da cui partire – questo vale per qualunque tipologia di attività tu intenda intraprendere – ti occorre lasciarti ispirare da chi ce l’ha fatta o ce la sta facendo. Se hai un’amica o conosci una professionista di cui ti fidi, offrile un caffè e trova il tempo per fare due chiacchiere. Frequenta eventi dedicati ai freelance, ricercali in Rete e investi nella partecipazione. Sono preziosi.

#3: per lavorare come freelance è necessaria una partita iva

Il terzo consiglio è: fatti consigliare un commercialista di fiducia che possa darti le prime indicazioni per capire se è il momento giusto per te per aprire la fatidica partita iva.

Posso darti qualche indicazione, ma non affidarti solo a quello che trovi in Rete, ogni situazione è particolare e con il fisco non si scherza.

Freelance: come trovare nuovi clienti e nuovo lavoro

Lavorare come freelance richiede tenacia, determinazione e una buona dose di premeditazione. Sì, intendo dire che devi seguire un piano. In linea di massima, l’importante è cominciare. 

L’occasione più propizia è quando esci da uno stage o da una collaborazione in agenzia e conosci già uno o due possibili clienti disposti ad affidarti un incarico. In questo caso parti avvantaggiata ed è nelle tue mani portare a casa il primo contratto.

Un secondo modo è sfogliare la tua rubrica. I legami deboli, i conoscenti o gli amici degli amici sono la cerchia più prossima in cui proporti. Fai sapere loro che ti stai rimettendo in gioco come freelance, spiega il tuo progetto e cerca di capire come potresti essere utile alla loro attività. Organizza un aperitivo a casa oppure chiedi a un amico di farlo e raccontati. Il passaparola resta uno dei canali più efficaci per farsi conoscere.

Infine per lavorare da freelance devi imparare a promuoverti efficacemente on line. I social media rappresentano un’imperdibile strumenti per mostrare ciò che sappiamo fare, ma dobbiamo farci trovare. Come? Con contenuti di qualità. Una volta stabilito il campo di azione in cui vuoi farti conoscere hai diverse opzioni, dalla più semplice alla più impegnativa:

  • pianifica la tua presenza sui social
  • crea un piano editoriale e scegli su quali canali trovi la tua nicchia
  • evita scivoloni e ricorda che sei in pubblico
  • presidia LinkedIn e commenta in modo circostanziato aggiungendo valore
  • crea il tuo sito o investi per averne uno tuo.

Ricorda che è bene cominciare con un’azione mirata e integrata. Hai bisogno di tutte le tue risorse per far sapere al tuo possibile cliente, proprio lui/lei e nessun altro, che esisti e hai la soluzione al suo problema.

Freelance: quando aprire la partita iva

Per lavorare come freelance e crescere, dovrai capire al più presto se e quando aprire la tua partita iva. Personalmente penso che, dopo una riflessione con un consulente, è il primo passo che ti impegna formalmente con te stesso.

Tutti coloro che intendono cominciare un lavoro freelance si fanno mille domande, cercano escamotage per evitare di aprirla, ma se vuoi assumerti la responsabilità del tuo business è un passo necessario. 

Quando ho aperto la partita iva ero terrorizzata e temevo di non farcela. In conto ho dovuto mettere:

  • il costo del commercialista
  • le tasse
  • i contributi previdenziali
  • il tempo per gestione, malattia e ferie non pagato
  • la necessità di acquisire un minimo di competenza amministrativa.

In Italia puoi lavorare da freelance con ritenuta d’acconto al 20% se non superi i 5.000 euro lordi all’anno. In questo caso non sarai obbligata ad aprire la posizione INPS o di un’altra cassa previdenziale a cui versare i contributi.

Nel momento in cui superi questa cifra il regime naturale in cui aprire la partita iva è quello forfettario che prevede una tassazione del 15% fino a 65.000 euro di reddito, se non hai altre entrate, e non ha l’iva aggiuntiva in fattura, per intenderci. Puoi scegliere, qualora tu abbia spese da portare in deduzione o detrazione, se accedere al regime ordinario che prevede invece l’applicazione del 22% di iva in fattura e, se sei un professionista iscritto all’albo, anche della ritenuta d’acconto.

Quali sono allora la prime quattro mosse per passare a un lavoro freelance?

  1. Essere consapevoli delle proprie competenze
  2. Crederci
  3. Pianificare
  4. Trovare il primo cliente che ci darà la misura di come farcela.

Iscriviti al mio podcast per scoprire quali sono le caratteristiche del lavoro da freelance e come altri hanno fatto per diventare freelance.